giovedì 10 gennaio 2013

MARINA DI CAMPO - SBANCAMENTI NELLA CAVA DI POZZONDOLI: ALMENO PREOCCUPIAMOCI di Francesco Semeraro. Maurizio Papi dal Tirreno: "i massi. Ma con quali criteri sono stati scelti? Sono gli scarti della cava di San Piero e adesso ce li appioppa a noi»."

Maurizio Papi dal Tirreno: "i massi. Ma con quali criteri sono stati scelti? Sono gli scarti della cava di San Piero e adesso ce li appioppa a noi»."
http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2009/02/07/LB4PO_LB401.html

MARINA DI CAMPO - SBANCAMENTI NELLA CAVA DI POZZONDOLI: ALMENO PREOCCUPIAMOCI di Francesco Semeraro.

http://www.elbanotizie.it/articolo.asp?key=4126

pubblicato giovedì 10 gennaio 2013 alle ore 9.28.47

MARINA DI CAMPO -  SBANCAMENTI  NELLA  CAVA DI  POZZONDOLI: ALMENO PREOCCUPIAMOCI

    di  Francesco Semeraro.

A volte gli eventi atmosferici tragici si possono evitare sempreché la precauzione non tocchi interessi e diciamo, distrazioni.


Da qualche giorno sono iniziati i lavori, non senza polemiche, a Porto Azzurro per la realizzazione della scogliera a protezione del molo sovraflutto e per costruirla saranno necessarie grosse quantità di massi rocciosi che dai fondali si eleveranno fino a formare la barriera di protezione. Pare che queste roccie saranno prese dalla vecchia cava di Pozzondoli già testati e compatibili con l’habitat marino di Porto Azzurro; se ciò fosse vero, si metterebbe in grave pericolo la zona sottostante la cava la quale  sarebbe sottoposta, in caso di forti piogge, a pericolo frane perché non siamo riusciti a vedere il deposito dei massi in eccedenza autorizzato dal comune che doveva essere precedente all’escavazione, sbancamento e rimozione dei massi.


La preoccupazione per chi abita a valle è giustificata perché si prevedono estrazioni per oltre 15 mila tonnellate per Porto Azzurro e si parla che in futuro altrettante tonnellate per un altro paese dell’Elba senza che vi sia un piano di adempimento per l’imminente messa in sicurezza idrogeologico della scarpata che ha già subìto scarichi di terra di dubbia provenienza, di detriti e di materiali vari che al primo forte acquazzone li ritroveremmo ancora una volta nelle case e nei scantinati sottostanti.


Inoltre la terra depositata è di colore diverso dalla somigliante della zona, per questa diversità dovrebbe essere analizzata perché dalla sua consistenza lascia qualche dubbio sulla compatibilità e integrità molecolare. Sul cartello dei lavori di Porto Azzurro non vi è nulla che indichi la provenienza del materiale roccioso che sarà usato, perché se non andiamo errati, nel 2009 furono bloccati i lavori alla Ditta Crudo perché i blocchi erano stati valutati  non addatti benché, se l’informazione è giusta, venissero sempre dalla stessa cava degli attuali che ora hanno ricevuto il benestare di essere calati in mare. C’è qualcosa che stride e che dovrebbe essere affrontata come si è sostenuto il problema del trasporto no su gomme ma su mare.


Anche se è solo una nostra preoccupazione per eventuali frane e inquinamenti, sarebbe opportuno che qualcuno controllasse (forze municipali e stellate) questa situazione per far svanire dubbi e interrogativi popolari che a volte possono essere anche infondati.

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